Utopia e Distopia

L’Utopia è una parte fondamentale della mia vita e del mio pensiero.

E’ quel processo mentale che permette di sognare.

In alcuni casi, l’Utopia stessa è il sogno, è una molla che scatta nel cervello, consentendomi di essere libero di immaginare una situazione migliore o almeno diversa.


Come l’idea, non è vincolata dalla mia realtà fenomenica, è in continua mutazione nella mia testa e più penso ad essa, più la sua forma diventa chiara e tangibile.


La sua origine ha qualche centinaio di anni ed il termine è stato coniato la prima volta da Tommaso Moro.

La nascita di questo concetto ha dato origine ad uno spartiacque letterario, fra il prima ed il dopo.

E' riuscito ad illuminare la mente di personaggi come Daniel Defoe o Jonathan Swift che prima di essere celebri scrittori, erano dei semplici sognatori, come potrei esserlo io o come potreste esserlo voi.


Dalla nascita di idea utopica, il Mondo stesso ha imparato a conoscere l’altra faccia della medaglia, la realtà distopica.


La Distopia è il significato utopico che agisce al contrario, l’assenza di libertà, di pace o di benessere comune, ipotizzata in un tempo futuro.

La storia ci ha insegnato che la nostra situazione sociale e politica è facilmente riferibile alla realtà distopica ed è invece molto più lontana dalla semplice e genuina Utopia.


Orwell, nel suo più importante romanzo 1984, ha ipotizzato una Terra successiva alla Seconda Guerra Mondiale, dilaniata dagli orrori della lotta per la libertà, in una situazione di controllo totale, da tutti quei Governi che hanno come solo obbiettivo, il dominio di tutte le vite e di tutte le menti delle persone comuni, per assicurarsi i loro distopici poteri fino ad una fine indeterminata.


Il pretesto di supremazia e di controllo, ha come risultato una tripartizione mondiale, Eurasia, Estasia e Oceania, in eterno equilibrio belligerante per la sottomissione delle persone una volta libere e quindi del mondo intero.


Tutti i mezzi di comunicazione e di informazione, nella Londra di Orwell, sono sottoposti ad una entità onnipresente e onnisciente, il Grande Fratello.

Il suo maggiore scopo, è quello di scovare e di fermare, tutte quelle menti, che hanno la necessità di avere un pensiero critico e personale, non accontentandosi di vivere come cavie da laboratorio o come animali chiusi in gabbia.


Non riferendomi al simpatico programma TV del Grande Fratello, che più che essere distopico è semplicemente ironico e disimpegnato, ci sono delle realtà evidenti, quasi tangibili sul modo in cui viviamo oggi, troppo simili al romanzo 1984.

Non si tratta di un libro di un genio visionario, ma delle nostre vite.





Per chi volesse riflettere su questo argomento, è quasi scontato conoscere i modi in cui tutti i giorni siamo direttamente o indirettamente controllati.


Se ci fosse necessità delle forze dell’ordine o di forze politiche di sapere cosa facciamo, quando lo facciamo e come lo facciamo, sarebbe facile per loro conoscere tutto ciò di cui hanno bisogno.


Le telecamere di ultima generazione, possono riconoscerci dal solo modo di camminare, o dai tratti unici del nostro viso.

Le carte di credito che usiamo quotidianamente tracciano i nostri percorsi economici.

I nostri Smartphone potrebbero essere geolocalizzati al secondo, ovunque fossimo.

Le storie delle nostre vite sono, da noi consapevolmente, immagazzinate nei Social Network e le stesse pagine di internet che visitiamo, dicono tutto sulle nostre abitudini e sulle nostre preferenze.


Questi mezzi sono soprattutto usati per questioni di logiche di mercato, e siamo testati quotidianamente da algoritmi per creare sondaggi mirati legati alla compra-vendita ed alle tendenze delle masse.


Nei prossimi anni, i Potenti della Terra, se avessero il pretesto per controllare in maniera attiva le nostre vite, potrebbero avere i mezzi necessari per farlo e non si può escludere che, l’esistenza di un futuro non troppo lontano, si possa terribilmente avvicinare alla Londra di Orwell.


Ragionando in questi termini, tutte le nostre vite sono affidate da enormi database, come l’economia mondiale stessa.

Siamo in un era dove la nostra qualità della vita è legata a dei computer, in un sistema in cui un semplice black-out, potrebbe metterci in serio rischio.



Credo fortemente al pensiero utopico.

Se esiste il freddo deve esistere anche il caldo, se esiste il buio deve esistere anche la luce, se esiste il male deve esistere anche il bene.


Se il nostro Mondo si sta avvicinando ad una forma di esistenza distopica, da qualche parte deve esistere anche la propria forma utopica, o qualcosa che si avvicini ad essa.


L’Utopia dovrebbe darci la forza di sognare e di lottare per cercare di rendere questo posto, un posto migliore.


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